#SpazioTalk, Andrea Pasqualon: “Al Tour per aiutare Kristoff, ma potrei avere qualche chance personale”
Andrea Pasqualon si prepara al suo quarto Tour de France in carriera. Il corridore della Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux è stato inserito nella selezione per la Grande Boucle, in cui avrà principalmente il ruolo di ultimo uomo per Alexander Kristoff nelle volate. Il mese di giugno ha regalato al veneto delle emozioni contrastanti, con la vittoria al Circuit de Wallonie 2022, i piazzamenti al Giro di Svizzera 2022 ma anche la positività al coronavirus che ha fatto saltare il Campionato Italiano 2022, in cui avrebbe potuto avere le sue chance. Intervistato da SpazioCiclismo, Pasqualon ha parlato delle sue ambizioni per il Tour de France 2022. Un estratto può essere ascoltato nella recente puntata del nostro podcast SpazioTalk.
Stai meglio dopo il campionato italiano?
Ho avuto un test positivo al coronavirus venerdì scorso e ho dovuto negativizzarmi. Non ho potuto fare il campionato italiano. Per fortuna lunedì ho fatto degli esami e non era Covid. O l’ho passato settimana scorsa e mi sono negativizzato o era un falso positivo. Ma per il Tour non ci sono problemi.
C’è qualche rimpianto per com’è andata? Rota è andato molto forte.
Probabilmente sarebbe stata una corsa adatta a me, però quando si tratta di salute bisogna prima guardare quella fisica e poi pensare alle corse. Ho accettato quello che è successo e sono pronto per il Tour de France, quello che è stato è stato. L’importante è essere qui a Copenaghen, sono pronto.
Con quali aspettative e speranze inizi questo Tour?
Posso sicuramente dire la mia in alcune tappe, ma di certo sarò al fianco di Kristoff. Il mio compito in squadra è aiutare lui, essere il suo ultimo uomo. Abbiamo una squadra forte, che può combattere in tutti i campi: in salita, in volata, con il vento, sugli strappi… siamo qui con l’intenzione di portare a casa una vittoria di tappa.
C’è qualche tappa in particolare su cui punti?
Ho visto che ci sono tre o quattro tappe abbastanza adatte alle mie caratteristiche, come quella di Longwy. Lì posso fare molto bene. Poi ci sono un paio di tappe nella seconda settimana in cui potrò dire la mia. Gli arrivi di vera pianura saranno per Kristoff, ma qui in Danimarca bisogna capire anche la situazione vento. Non sarà facile. Sicuramente se mi dovessi trovare in una situazione senza Alexander con me, mi potrei giocare le mie carte anche in uno sprint. Nelle tappe più dure avrò la chance di fare la mia corsa.
Arrivi dopo un mese di bei risultati, tra il successo in Belgio e i piazzamenti in Svizzera.
Si vede l’esperienza che ho maturato negli anni, sicuramente questo è uno dei migliori momenti. Magari vinco meno, ma sto correndo gare di alto livello e di qualità. Anche piazzamenti a Parigi-Roubaix e Amstel o Omloop sono ottimi, di qualità. Poi ho cercato di lavorare tanto per Kristoff durante l’anno, penso lo abbiano notato un po’ tutti. Mi dà anche fiducia nel riuscire a continuare la mia carriera e, perché no, fare quel piccolo step per essere uno dei corridori molto buoni nel Tour.
Sei stato nel progetto Wanty e poi Intermarché ben prima dell’ingresso nel World Tour e sei stato un uomo chiave del team. Ora siete al Tour dopo tante belle vittorie: come ci si sente a far parte di un progetto per così tanto tempo, contribuendo alla sua crescita?
Abbiamo lavorato bene e siamo cresciuti insieme. Quando sono arrivato qui la squadra era più piccola, anche se era già una delle migliori Professional. Far parte del World Tour, tra le prime cinque o sei in classifica, ci fa onore. I manager sono riusciti a creare un gruppo molto forte, di corridori che hanno fame di vittorie e sanno intraprendere ruoli diversi dal leader. Io lo ero quasi sempre quando la squadra era Professional, quest’anno sono soprattutto di supporto alla squadra. I manager hanno cercato di creare una squadra perfetta e ci sono riusciti. Solo così si ottengono risultati così buoni.
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